Zodiac

Zodiac
Nell’ambito cinematografico - recitativo ho già parlato di Jake Gyllenhaal e di Robert DowneyJr per due produzioni differenti, rispettivamente Lo Sciacallo e Iron Man. Personalmente, considero Jake Gyllenhaal uno dei miei attori preferiti per quanto riguarda l’immedesimazione nel personaggio mentre Robert DowneyJr per quanto spetta alla tecnica dell’estraneazione. Due metodi di recitazione completamente differenti che hanno caratterizzato il panorama teatrale e cinematografico della storia del teatro, del cinema e dello spettacolo.
Ma adesso voglio parlarvi di un film che comprende entrambe gli attori già descritti. Vi voglio parlare di Zodiac.
Zodiac è un film del 2007 di David Fincher (già regista di Se7en con Kevin Spacey, Brad Pitt e Morgan Freeman) caratterizzato sulla vera storia del multi omicida psicopatico Zodiac (Killer dello Zodiaco). L’assassino, che solitamente colpiva le giovani coppie, finì nell’attaccare e uccidere distintamente anche uomini e donne di tutte le età, e ancora oggi, come una sorta di Mostro di Firenze, l’identità rimane sconosciuta.
Zodiac si svolge in un arco temporale di circa vent’anni per raccontare i numerosi omicidi con gli occhi di una California (dalla contea di Vallejo a San Francisco) spaventata, interrogata e chiedendosi una sola domanda: chi è Zodiac?
Le inquadrature puramente accurate e i dialoghi lungimiranti rendono la pellicola intrigante e facilmente capibile, insieme alla suspense che ha un ruolo fondamentale grazie al perfetto mantenimento del punto di vista sulla staffetta tra i personaggi interpretati da Robert DowneyJr, Mark Ruffalo e Jake Gyllenhaal, rispettivamente: un giornalista, un poliziotto e un vignettista. I tre personaggi appaiono sin dall’inizio, con un “opaco” Robert DowneyJr sullo sfondo come per creare l’attesa del divo che poi si gira lentamente verso la macchina da presa facendosi cervellotici interrogativi sugli assassinii, soccombendo completamente Jake Gyllenhaal e facendo così crescere nello spettatore l’aspettativa di vedere in azione il bravissimo attore de Lo Sciacallo.

Durante la prima metà del film il passaggio di testimone da Robert DowneyJr (nei panni di Paul Avery) a Mark Ruffalo rende quest’ultimo il vero protagonista della vicenda. Apparendo inizialmente come un poliziotto destinato a risolvere l’enigma di Zodiac, Dave Toschi (poliziotto interpretato da Ruffalo) finisce, in realtà, deluso e rassegnato dopo dieci anni di ricerche, indagini e sospetti inconcludenti.
La conclusione del film avviene nel 1991 con uno Zodiac tramutato in vero e proprio prodotto commerciale grazie al libro di Graysmith inquadrato in vendita presso l’aeroporto dell’Ontario. Considererei tale inquadratura un omaggio dello stesso Fincher al libro da cui è stato ricavato un bellissimo film dalla laboriosa ma comprensiva sceneggiatura di James Vanderbilt, all’apprezzabile interpretazione di tre bravi attori (anche se considero Ruffalo uno scalino più in basso rispetto a Downey e Gyllenhaal) fino alla lucida, ordinata e dettagliata regia di Fincher.
